BIOGRAFIA

VINICIO BERTI è uno dei primi pittori italiani ad aderire all'astrattismo, oltre che a esserne al tempo stesso teorico. Impegnato anche come illustratore e autore di fumetti di grande diffusione europea, Berti proviene da studi tecnico-industriali e artistici. Da giovane compie varie esperienze pittoriche formative approdando a una rappresentazione dal forte segno espressionista, su soggetti d'istanza realista. Sulla scia della pittura del giovane Van Gogh e dell'Espressionismo tedesco.
Al 1942 il suo esordio con opere appunto di carattere realista-espressionista, mediante le quali avvia la sua partecipazione al movimento di rinnovamento dell'arte contemporanea italiana. Le sue prime opere importanti, in questo stile, sono realizzate proprio nel '42 a Banne, nei pressi di Trieste, località dove Berti presta servizio militare. Si tratta di un periodo artistico che inizia nell’agosto di quell’anno fino al luglio dell’anno successivo e che vede anche la sua partecipazione a una mostra per artisti in armi, organizzata a Trieste nel ridotto del Teatro Verdi, dove la critica definì la sua pittura, per la crudezza espressa nei disegni esposti, “Realismo di guerra”.
Nel 1945 fonda con altri giovani artisti e intellettuali comunisti - Brunetti, Farulli, Nativi e il poeta Caverni - la rivista Torrente. Si tratta di un'esperienza esaurita dopo pochi numeri ma dalla quale si formano nuove intese e prospettive che, nel ’46, insieme ad un allargato gruppo di artisti, lo vedono al timone della nascita del movimento "Arte d’Oggi" che fonderà anche una propria rivista omonima. In particolare con Nativi, Bozzolini, Monnini, Brunetti e Lardera forma, proprio all’interno di Arte d’Oggi, una sorta di ala oltranzista comunista sempre più sostenitrice delle istanze dell'astratto. Un passo che Berti compie nel 1947, dopo studi sulla pittura cubo-futurista e sul dinamismo boccioniano, applicato alla scomposizione picassiana, con la realizzazione di Composizione verticale e Simbolo, fra le prime opere non figurative nel panorama della nuova generazione artistica italiana post-bellica. Con Brunetti, Monnini e Nativi vengono reinterpretate le varie dialettiche figurative, di pari passo alla promozione di un’attività espositiva che porta l’astrattismo fiorentino – al quale si é poi convertito anche Nuti – al dialogo con le neo-avanguardie nazionali e alla formazione del gruppo Astrattismo classico. Da qui l'artista inizia a costituire una solida rete di rapporti, amicizie e sodalizi artistici che vanno da Mario De Micheli, Gillo Dorfles e gli artisti del MAC, Perilli e Dorazio di Forma 1 a Vedova, di cui Berti é amico e confidente, e Soldati.
Nel 1950, dopo una collettiva alla Galleria Vigna Nuova, viene pubblicato il Manifesto dell’Astrattismo Classico che anticipa lo scioglimento del gruppo stesso. In questo periodo Berti decide di proseguire la sua ricerca verso un astrattismo di tipo costruttivo, guardando alle teorie di Malevič e al Costruttivismo sovietico.
Nel 1951 espone alla Galleria Nazionale d’Arte moderna e contemporanea di Roma. Nel 1955 é presente alla mostra di Prato, curata da Ragghianti, altro critico sodale di Berti, intitolata Sessanta maestri del prossimo trentennio e nel ’57 alla Strozzina di Firenze con un’antologica di opere dal ‘40 al '47.
Nel 1959 espone alla VIII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni, e nel ’63 vince Il Fiorino di Firenze, uno dei premi agli artisti più prestigiosi in Italia. Fra i punti di riferimento di Berti troviamo Fiamma Vigo della Galleria Numero, con la quale instaura un vero e proprio sodalizio intellettuale. Così come, in maniera più formale, con Palma Bucarelli tramite la quale entra, con una sua opera nella collezione delle neo-avanguardie del secondo Novecento della Galleria Nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma.
Altro protagonista del consolidamento culturale di Berti é Toti Scialoja con il quale l'artista ha tenuto però rapporti discontinui ma profondi, anche grazie alla comune amicizia di Marcello Argilli, scrittore e sperimentatore di molteplici forme di narrativa per ragazzi, il quale insieme a Gianni Rodari, altro amico di Berti, redige il famoso settimanale per ragazzi Il Pioniere, al quale Vinicio collaborò per lungo tempo.
Dal punto di vista pittorico sono anni in cui nascono le tesi "d'ampliamento", come lo stesso Berti le definisce, del suo astrattismo, con i cicli Espansione dell’Astrattismo classico e Cittadelle ostili, dove il riferimento all’"ostilità" è verso, appunto, quella espressa dagli ambienti intellettuali e culturali nazionali rispetto all'evolversi della pittura astratta e del suo contesto politico che vede Berti su posizioni – decisamente avversate dal Partito Comunista Italiano di cui faceva attivamente parte – di anti-Realismo sociale e contro la pittura "emozionale". Si tratta di una teoria che Berti ha sempre ribadito durante la sua carriera artistica e che, per certi momenti, ha condiviso con altri artisti, come ad esempio Burri e Corpora, con i quali ha intrattenuto molti rapporti. Dopo la realizzazione dell'opera centrale per il Berti di questi anni, Omaggio a Einstein (1954-55), sorta di viaggio nel relativismo spazio-temporale, l'artista passa ai cicli Brecce nel tempo e, in particolare, Avventuroso astrale che, dalla fine degli anni Sessanta si protrae alla metà degli anni Settanta, collegandosi con la nuova idea di spazio che in questo momento percorre l’umanità, soprattutto a seguito dell'ammaraggio dell'uomo sulla luna. Un’idea che influenzerà ampiamente Berti e che lo porterà anche a realizzare un video in super8 con la compagna Maria Pia Liberia Pini.
Nel 1959 è presente nella grande collettiva della giovane arte italiana a New York, The Parker Exhibition of the Contemporary Italian Painting. Notevole anche la sua attività grafica, per la quale nel ’68 sarà invitato alla Biennale Internazionale dell’Incisione di Venezia.
Nella pittura di Berti continuano a susseguirsi nuove serie teoriche oltre che di produzione pittorica, come nel caso di Cittadelle della Resistenza e Realtà antagonista, con la realizzazione di tele dove il concetto storico di "Resistenza" é abbinato a quello di "Antagonismo", contro le storture del capitalismo e lo sfruttamento mondiale del proletariato. Temi che si vanno direttamente ad associare con le lotte e le rivendicazioni operaie e comuniste degli anni Settanta in Italia. Ancora una volta la realtà ritorna prepotente nello sviluppo artistico di Berti.
In questo decennio l’artista introduce nella sua pittura il tema della "Visione verso l’alto" che, dalla seconda metà degli anni Settanta, avvia direttamente alla serie Guardare in alto, con la quale Berti sottolinea una fervida speranza di riscatto che assorbe totalmente la sua pittura per tutti gli anni Ottanta, alle ultimissime opere del biennio 1990-91.
Berti è stato attivissimo anche sul piano teorico, come conferenziere in spazi pubblici e televisivi così come con docenze presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze, privilegiando la divulgazione di "tematiche rivoluzionarie" sull'arte astratta e sulla capacita dell'arte di creare realtà e attività politica. Oltre che etica. Dagli anni Trenta in poi Berti si è anche dedicato con passione alla fumettistica per ragazzi, all'inizio, durante il Regime Fascista, su tipologie e personaggi tipicamente legati alla cultura americana, in un periodo non vista di buon occhio, e poi creando personaggi ex-novo che nel tempo sono diventati un vero e proprio alter ego di Berti stesso. Come Chiodino, Atomino e Sgorbio, conosciuti in tutto il mondo e tradotti in oltre 15 lingue, tra cui uruguaiano, finlandese, russo, estone e cinese. Molto di questo materiale è stato esposto in maniera unitaria e complessiva nelle mostre postume tenute alla Galleria La Soffitta di Sesto Fiorentino (1995), introdotta da un sentito elogio storico di Sergio Staino che considera Berti come uno dei suoi maestri, e alla Biblioteca Marucelliana di Firenze (2000) a cura di Roberto Maini. Personale e politica la sua rivisitazione di Pinocchio, da Berti trasformato in fumetto già nel 1947 sulle pagine della "Toscana Nuova". Su questo personaggio “riletto” da Berti ricordiamo in particolare la grande mostra postuma, allestita negli Stabilimenti cinematografici Spitfire a Papigno di Terni (2002), dove le opere che l’artista ha dedicato al burattino di Collodi colloquiano perfettamente con le scenografie di Danilo Donati per il film Pinocchio di Roberto Benigni che partecipa e apre l'evento con la proiezione in prima mondiale del suo film.
Berti è attivo negli anni Ottanta anche nell'ambito del muralismo pittorico, con interventi permanenti, fra i quali quello realizzato nella hall d’ingresso del Cinema Manzoni di Firenze (ora trasformato nel centro culturale polivalente Accademia del Teatro Manzoni) e, nel 1986, il grande murale celebrativo dell'anno di Firenze Capitale Europea della Cultura eseguito sulla parete esterna – lungo viale Paoli – del Palasport di Firenze (ora Nelson Mandela Forum).
Il 17 dicembre 2005 Claudio Baglioni è il testimonial della presentazione del progetto di restauro del Palasport e del murale di Berti. Attivazione dei lavori nel 2018. Nel 1990 Berti viene chiamato a realizzare il Manifesto ufficiale per i Mondiali di calcio "Italia90" che in quell'anno si tengono in varie città italiane. Nel 1991 l'artista muore a Firenze.
Nel 1992 per volere e impulso della vedova nasce l'Archivio Vinicio Berti - Firenze, diretto dal 1993 al 2001 da Maria Pia Liberia Pini e Claudio Crescentini, con sede nell'ex-Convento di San Barnaba in via Panicale 9, angolo via Guelfa, adiacente alla Basilica di San Lorenzo, già studio dell'artista. Uno stabile storico, precedentemente residenza di pittori fiorentini dell'Ottocento, di recente restaurato e trasformato in "L'Attico del Berti".
L'Archivio Vinicio Berti - Firenze, puntando sempre sulla valorizzazione scientifica delle opere e dell'attività pittorica dell'artista, negli anni ha realizzato importanti attività espositive ed editoriali, fra le quali una serie di mostre retrospettive [Trento, Museo Caproni, 1997; Roma, Palazzo delle Esposizioni, 1998; Roma, Archivio Centrale dello Stato, 2000; Firenze, Biblioteca Marucelliana, 2000; Papigno di Terni, Stabilimenti Cinematografici Spitfire, 2002; Firenze, Palazzo Vecchio, 2003, ecc.], oltre a un Convegno di Studi interdisciplinari, con pubblicazione dei relativi Atti, realizzato a Roma, Palazzo Senatorio, e introdotto dal Sindaco Walter Veltroni (settembre 2006). L'archivio ha altresì promosso la pratica della donazione ad enti pubblici di opere dell’artista [Archivio Centrale dello Stato, Roma; Biblioteca Marucelliana, Firenze; Città di Viareggio (LU); Comune di Prato, Palazzo Pretorio; Fondazione Nazionale Carlo Collodi, Collodi (PT); MAON Museo dell’Otto-Novecento, Rende (CS); Museo Caproni, Trento; Museo dell'Arte del Novecento, Villa Recanatico Martini, Monsummano Terme (PT), ecc.], oltre a promuovere e sostenere la proposta d'intitolazione all’artista di una nuova piazza di Roma, poi realizzata dall’amministrazione capitolina nel Municipio Roma X.
Per lascito testamentario della vedova Maria Pia Liberia Pini († 2012), tutte le opere presenti nello studio dell'artista sono state acquisite dal Comune di Firenze. Un corpus imponente composto da 598 opere, oltre ai diari dal 1947 al ’91, schizzi, bozzetti, disegni e manifesti di sua produzione. Per tale materiale artistico, già catalogato dall’amministrazione comunale, nel 2019 è stata avviata la procedura negoziata per l’affidamento dei lavori di restauro e manutenzione di 70 dipinti del lascito.
Nel 2017 è stato riorganizzato e ricostituito, su iniziativa di alcuni studiosi del settore, l’archivio dedicato all’artista, denominato Centro Studi Arte - Archivio Vinicio Berti, con l'apertura recente di un sito dedicato www.archiviovinicioberti.it e la consulenza scientifica onorifica di Claudio Crescentini che per anni ha co-diretto il primo archivio Berti. Il "rinnovato" Archivio non possiede opere ma è esclusivo luogo di studio e di ricerca scientifica, il cui patrimonio consiste nella raccolta e catalogazione della documentazione relativa alle opere dell’artista. Tali studi e archiviazioni sono, infatti, finalizzati, oltre che alla formazione dell’Archivio stesso, anche alla redazione del primo Catalogo Generale.
Fra le altre importanti mostre postume realizzate sull’opera di Vinicio Berti, si ricordano: 2014, Viareggio, Galleria d’Arte Moderna e contemporanea, Vinicio Berti. Opere 1973/1990; 2000, Firenze, Centro d’arte Spaziotempo, Dipinti e disegni 1940/1991; 2003, Milano, Museo della Permanente, Pittura totale 1940-1991; 2011, Firenze, Frittelli Arte Contemporanea, Guardare in alto; 2020, Bratislava, Galéria mesta, Pálffyho palác, Panská.
Opere di Berti sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private internazionali, fra le quali ricordiamo: Archivio Centrale dello Stato, Roma; Galleria Comunale d'Arte Moderna, Firenze; Galleria degli Uffizi, Firenze; Galleria Nazionale d'Arte moderna e contemporanea, Roma; Museo Caproni, Trento; Museo d'Arte moderna, Rio de Janeiro, (Brasile); Museo d'Arte moderna, San Paolo (Brasile); Museo dell'Arte moderna, San Gimignano (SI); Museum of Art, New York (USA); Museo della Resistenza, Trezzo sull'Adda (MI); Museo storico della Resistenza, Sant'Anna di Stazzema. Oltre che nella prestigiosa Collezione Arte Farnesina, visibile presso la sede del Ministero degli Affari Esteri a Roma. Nel lungo periodo di attività dell’artista importanti critici e storici dell'arte hanno scritto della pittura e delle teorie di Vinicio Berti, fra i quali: G.C. Argan, G. Ballo, R. Barilli, A. Boatto, G. Bonasegale, C. Brandi, C. Cagli, L. Caramel, M. Ciccuto, M. Corgnati, C. Crescentini, E. Crispolti, R. De Grada, M. De Micheli, A. Del Guercio, G. Di Genova, G. Dorfles, V. Guzzi, G. Kaisserlian, C. Lonzi, R. Maini, C. Maltese, A. Mammì, D. Micacchi, A. Paolucci, C.L. Ragghianti, C. Spadoni, I. Tomassoni, A. Trombadori, L. Venturi, L.Vinca Masini, C. Vivaldi.
Per il 2021 l’Archivio Vinicio Berti sta organizzando il Comitato Centenario Nascita Vinicio Berti (1921-2021), per rilanciare l’immagine e l’arte dell’artista tramite l’organizzazione di mostre, pubblicazioni, tesi di laurea e seminari di studio.

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